Agrobiodiversità

La Convenzione di Rio de Janeiro del 1992 ha definito la biodiversità quale “la variabilità tra gli organismi viventi di qualsiasi fonte, inclusi gli ecosistemi terrestri, marini e acquatici e i complessi ecologici di cui sono parte; la biodiversità include la diversità all’interno delle specie, tra le specie e la diversità degli ecosistemi". 

L’agrobiodiversità costituisce una parte della biodiversità, rappresenta la biodiversità di interesse agricolo e alimentare ed è costituita dalle varietà vegetali, dalle razze animali e da tutte le forme viventi negli agrosistemi.

Secondo una stima dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) nell'ultimo secolo la scomparsa di tre quarti delle diversità genetiche delle colture agricole, ha causato la scomparsa delle produzioni locali e la distruzione degli habitat naturali. Da decenni è in corso un’inversione di tendenza per il recupero e la conservazione della biodiversità in agricoltura. 

Il Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l'alimentazione e l'agricoltura e la Convenzione sulla diversità biologica riconoscono la conservazione dell’agrobiodiversità come parte essenziale delle politiche di sviluppo rurale.

La disciplina regionale

La Regione Puglia, grazie alla legge regionale n. 39 dell’11 dicembre 2013, favorisce e promuove la tutela delle risorse genetiche autoctone di interesse agrario, forestale e zootecnico minacciate di erosione genetica o di estinzione, per le quali esistono interessi ambientali, culturali, scientifici ed economici.

La legge istituisce il Registro regionale, curato dal Dipartimento Agricoltura, sviluppo rurale e ambientale, nel quale sono iscritti razze, specie, varietà, cultivar, ecotipi, forme biologiche, cloni e popolazioni di interesse regionale.