Domande frequenti
Informazioni generali
Sì. I vaccini vengono autorizzati solo dopo un'attenta valutazione del profilo di sicurezza in base agli studi effettuati nella fase di sperimentazione.
Il profilo di sicurezza continua a essere monitorato anche dopo l'autorizzazione.
Per informazioni sui tipi di vaccino in uso, consulta la sezione dedicata.
Nei vaccini attualmente in uso non viene somministrato alcun coronavirus, né vivo né attenuato.
Un’eventuale infezione da Covid-19 successiva alla vaccinazione non è causata dalla somministrazione.
La vaccinazione è obbligatoria per:
- persone sopra i 50 anni residenti in Italia
- personale sanitario
- personale del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico
- personale scolastico
- personale universitario (dal 1° febbraio 2022)
Per gli altri l'adesione è libera e volontaria.
Un documento di identità valido e la tessera sanitaria. Può essere utile avere con sé anche l’eventuale documentazione sanitaria che possa aiutare il medico vaccinatore a valutare lo stato fisico.
Le categorie vaccinali sono state individuate dal Piano nazionale vaccini anti-Covid-19, in base a fattori di rischio dettati dalle professioni che espongono maggiormente all’infezione da Covid-19, dall’età o da condizioni di fragilità. Il calendario di somministrazione dei vaccini in Puglia tiene conto delle priorità di rischio e della disponibilità dei vaccini.
A seguito di approvazione dell'Agenzia italiana del farmaco (AIFA), il vaccino Cominarty (Pfizer) risulta sicuro ed efficace a partire dai 5 anni di età (per la fascia 5-11 anni in dose ridotta).
Il vaccino Spikevax (Moderna), invece, può essere somministrato a partire dai 12 anni.
Gli altri vaccini al momento autorizzati in Italia e in Europa non sono raccomandati per persone di età inferiore a 18 anni.
Le persone minori di 18 anni possono ricevere la vaccinazione solo alla presenza di entrambi i genitori o con uno/a dei due più la delega del genitore assente.
Sì, sono tra le categorie prioritarie in quanto maggiormente suscettibili di ammalarsi di Covid-19. È raccomandato l’uso di vaccini a RNA messaggero (Moderna e Pfizer).
Sì, è possibile la somministrazione di una sola dose, da effettuare entro un anno.
In caso non sia possibile ricevere la vaccinazione in questo intervallo di tempo, il ciclo vaccinale prevede due dosi (tranne in caso di somministrazione di Johnson&Johnson).
Se hai contratto il Covid-19 entro 14 giorni dalla prima dose, è consigliato concludere il ciclo vaccinale con una seconda dose entro 6 mesi dall’infezione (tranne in caso di somministrazione di Johnson&Johnson).
Se, invece, sono già passati 14 giorni il ciclo può considerarsi completato. Una eventuale seconda dose non è comunque controindicata.
Attestano l’esenzione dalla vaccinazione anti Covid-19 su richiesta e a titolo gratuito i medici vaccinatori dei servizi vaccinali delle Aziende e degli Enti dei Servizi sanitari regionali, il medico di medicina generale o pediatra di libera scelta, i medici degli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera (USMAF) o i medici che offrono assistenza sanitaria al personale navigante (SASN), che operano nell’ambito della campagna di vaccinazione nazionale.
Il medico che emette la certificazione di esenzione dalla vaccinazione rilascia un’attestazione in cui è indicato il codice univoco di esenzione dalla vaccinazione (CUEV) necessario per scaricare la certificazione di esenzione digitale. Viene inoltre inviato, via SMS o email, un codice AUTHCODE, che può essere utilizzato in alternativa al codice CUEV per scaricare il documento.
Puoi scaricare la certificazione tramite:
- piattaforma nazionale Dcg con compilazione del modulo o con autenticazione
- app Io
- fascicolo sanitario elettronico (FSE)
La certificazione di esenzione dalla vaccinazione anti Covid-19 è digitale e contiene un QR code; non è una Certificazione verde Covid-19 ma può essere utilizzata per accedere ad attività e servizi in cui è richiesto un Green pass. Inoltre, ha validità solo in Italia.
La validità delle certificazioni di esenzione dalla vaccinazione è indicata nel documento e dipende dalla specifica condizione clinica della persona a cui è stata rilasciata.